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Ansia

A quanti scogli aguzzi
Che il frastuono posseggono
Del mare
E il sale,
A quanti scogli spogli
Che il nido nascondono d’uccelli
E conchiglie,
A quanti scogli scuri e Verdi
Che il sapore conoscono dell’erba
E di donna
Sono andato sbattendo il mio capo.
Su ciascuno ho scolpito
Del mio sangue
L’aspetto brulicante
Di personaggi ostili.
Dei pori di zizzania
E di messi celesti
Sento il dissidio in me
Che si ingarbuglia 
E reclama il passato.
Ma ho scoperto che l’ansia
Prese pure mio padre e I miei avi
All’apparir del nulla,
E mi capisco
Mi riprendo, mi assolvo
E risolvo…
Quegli scogli spogli
Va rivestendo adesso
Il pianto di una madre.